EXPO

  • Bahrain
  • Angola
  • Sudan
  • Zimbabwe
  • Zimbabwe
  • Stati Uniti
  • Stati Uniti
  • Russia
  • Russia

Piccola premessa prima di incominciare. A nostro parere si può andare a EXPO essenzialmente per tre motivi (o una combinazione dei tre): per informarsi sugli aspetti tecnici e scientifici legati alla produzione di cibo e lo sviluppo sostenibile, se si è appassionati di architettura o se si vuole mangiare qualcosa di tipico delle varie nazioni.

Visitare tutti i padiglioni in una giornata sola è impossibile e anche un po’ inutile, considerate anche le code. Noi abbiamo deciso di evitare, salvo qualche eccezione, gli stand italiani, i paesi vicini a noi (Francia, Spagna..) e quelli il cui cibo è trovabile a prezzi migliori in qualsiasi città, come l’Argentina.

Siamo andati a EXPO, sapendo che avremmo trovato prezzi leggermente più alti della media e su questo abbiamo cercato di fare le nostre valutazioni. Abbiamo anche deciso di non porci limiti sugli orari a cui mangiare e consigliamo di andare in più persone per poter assaggiare più piatti, dividendo cibo e spese. Ultimo consiglio: fate attenzione che già verso le 21 alcuni padiglioni chiudono o tengono solamente aperti i ristoranti.

> Bahrain:

Attraversiamo un corridoio pieno di piante locali e nonostante siano appena le 10.30 puntiamo dritti alla sezione gelato, che ci era stata consigliata. Quattro i gusti disponibili: rosa, mango, datteri e zafferano. Prendiamo due coppette da due gusti (i coni erano finiti) a 2,8 euro l’una. Dosi giuste, prezzo pure, sapori davvero notevoli. Datteri e mango dal gusto più deciso, rosa e zafferano più delicati. I datteri dopo un po’ potrebbero stuccare, mentre sarebbe meglio prendere lo zafferano per prima, per non rischiare di perderne il sapore (dopo aver assaggiato i datteri all’inizio non si sentiva granché).  Conclusione: approvato a pieni voti.

> Angola:

A dire il vero ci dirigiamo verso questo stand nella speranza di trovare un fantomatico kebab all’anatra. Qui, dopo dieci minuti di coda (considerate che era una tarda mattina di un lunedì piovigginoso), cerchiamo  il nostro piatto. Quando ci accorgiamo che nessuno lo vende (se scoprite in che padiglione si trova, scrivetecelo!), optiamo per un piatto da 15 euro che abbiamo mangiato in due: seppie, polpa di denden (non siamo riusciti a capire cosa sia), ocra e manioca. La manioca è un tubero alla base dell’alimentazione di buona parte dell’Africa che da solo non sa di molto, mentre il pesce non pare granché. Il sugo molto saporito, ottimo per la scarpetta con il (poco) pane. Dosi un po’ ristrette e prezzo piuttosto alto, anche se si tratta sempre di pesce.  Conclusione: niente di eccezionale.

> Sudan:

Visitiamo questo piccolo stand (non eccessivamente bello) e proviamo a chiedere del pane arabo: è grosso e costa 3 euro, ma nonostante sia scritto come opzione non ce lo vendono da solo. Le opzioni con falafel o kebab, pur di dimensioni maggiori di quelle che conosciamo noi, ci sono sembrate troppo care (sulla decina di euro) .  A 1,5 euro invece abbiamo provato il loro tipico caffè arabo, speziato, molto leggero e più simile a un infuso. Conclusione: vale la pena provarlo se si è appassionati di caffè.

> Belgio:

Da visitare per motivi scientifici, ha il pregio di offrire un biscottino Lotus al caramello e cannella.

> Lituania:

Stand piuttosto povero, veniamo attaccati dalla fame e cediamo alla tentazione di una barretta di formaggio locale confezionato. 1 euro e un gusto piuttosto gommoso (ricorda vagamente il galbanino). Conclusione: meglio evitare

> Zimbabwe:

Si trova nel cluster “Cereali e tuberi”. Il piatto forte è l’hamburger con carne di coccodrillo (più formaggio e qualche verdura). Nonostante non abbia un gusto particolarmente caratteristico, la carne è molto morbida, così come il panino. Assieme a esso viene data una bottiglietta in vetro di una specie di ginger al Baobab. Buona, anche se il contenuto di infuso di baobab è poco e non si riconosce. Conclusione: particolare, sicuramente da provare.

> Stati Uniti:

Il percorso è molto interessante (anche se a tratti un po’ superficiale), ma al termine ci dirigiamo all’USA Food Truck Nation. Molto di quello che volevamo non era più disponibile (ad esempio le famose ribs con salsa barbeque) e abbiamo scelto un classico hot dog combo (7 euro con sacchetto di patatine Leya e pepsi da 33 cl). Da segnalare il pane, diverso da quello che usiamo noi, e la possibilità gratuita di mettere sopra maionese, ketchup, senape, chili, salsa barbeque e pancetta (anche tutte). Prezzo e dosi ottime. Conclusioni:  buono e sostanzioso.

> Russia:

Molto carino, con sempre la possibilità (con qualche minuto di coda) di assaggiare alcune bevande tipiche analcoliche in bottiglia. Noi ne abbiamo assaggiate due: una a base di grano che non abbiamo molto gradito (ricordava un po’ una birra sgasata analcolica) e una con agrumi (dolce, fresca e dissetante). Alla fine, davanti a un ristorante che mimava l’interno del vagone di un treno, abbiamo preso uno shot di vodka Beluga a 4 euro (in teoria 4 cl, in pratica 5). Se ne prendete due il prezzo è 7 euro. Conclusione: consigliato.

> Repubblica Slovacca:

Il padiglione è difficile da capire, ma si possono provare degli occhiali con la realtà virtuale (l’effetto è un po’ strano, meglio non farlo dopo mangiato!). Se poi avete voglia di una birra chiara locale buona e dissetante, passando tra le 17 e le 19 potrete avere la media a 3 euro. (da non confondere con il padiglione della Repubblica Ceca che allo stesso orario serve Pilsner da 0,5l a 5 euro).

> Eritrea:

Si trova nel cluster “Zone aride”, (accanto alla Giordania che fa Kebab al prezzo di 3,5 euro). Scegliamo il piatto forte da 8 euro. La base è una specie di piadina aperta di pane tipico (spugnoso, appena aspro, ma buono) e quattro “condimenti” diversi: farina di ceci, farina di lenticchie, carne di manzo e funghi. Ti consigliano di mangiarlo con le mani, staccando di volta in volta parti della “base”  Il piatto è particolare e buono, così come il rapporto qualità-prezzo e consigliato a chi non disprezza il piccante: secondo i gestori il piatto è appena piccante, ma carne e soprattutto funghi lo sono abbastanza. Il ristorante di riferimento si trova sia a Milano che a Roma. Conclusione: buono e a prezzo abbordabile, ma se non sopportate il piccante, evitate.

Durante il nostro percorso abbiamo anche visto altri padiglioni con prodotti da mangiare. Tuttavia, anche se non li abbiamo presi, non li consigliamo per i prezzi alti. Sono generalmente padiglioni grossi e importanti a livello culinario, al centro del decumano (il corridoio centrale di EXPO). Qualche esempio che ci ha colpito: la tequila a 6 euro del Messico, i dolci dell’Austria (per le porzioni) e alcuni cibi dei Paesi Bassi.

Ovviamente questi sono solo quello che abbiamo potuto vedere noi, considerato che abbiamo trovato alcuni stand già chiusi e che era nostro interesse assaggiare possibilmente cose nuove (o sfamarci, in preda agli attacchi di fame).

Se avete dubbi se quanto abbiamo scritto, volete darci il vostro parere o siete riusciti a trovare il famoso kebab all’anatra, scriveteci!