Play with your food, seriously!

 

Quella che vi presentiamo oggi è una nostra esperienza un po’ diversa da quelle che siete abituati a vedere su questo sito. Non siamo andati alla ricerca di un ristorante o un agriturismo, ma siamo stati invitati a un evento-dibattito sul cibo al Parco Tecnologico Padano di Lodi. Perché scriverci un post? Perché l’incontro aveva come temi la sostenibilità, lo spreco alimentare e l’accessibilità al cibo. Inoltre ci è stato offerto da mangiare e il tutto è stato organizzato in modo molto particolare. Per questo crediamo valga la pena spendere due parole.

Appena arrivati veniamo accompagnati, assieme a un’altra ventina di ospiti come noi, in una stanza con due tavoli apparecchiati, uno di fronte all’altro. A ognuno è stato dato un foglietto con l’identità di una persona di un continente diverso (ad esempio un tedesco, un pakistano,  un senegalese e via dicendo) e siamo stati posizionati tutti in piedi davanti a un tavolo, piuttosto ammassati. All’altro tavolo, sedute comodamente, solamente tre persone.

Dopo qualche minuto iniziano ad arrivare numerose portate con il cibo, ma solo al tavolo dei tre “fortunati”. Passano i minuti e noi rimaniamo in piedi, abbastanza imbarazzati (e affamati), mentre i tre al tavolo iniziano a mangiare e bere, senza curarsi di noi.

Dopo dieci minuti abbondanti terminiamo questa specie di “gioco di ruoli” e ci viene finalmente detto che possiamo prendere le sedie e unirci al tavolo con loro e prendere parte al buffet. Un buffet semplice, ma buono: involtini di piadina, formaggi e verdure, frittatine di varie verdure, pasta calda con pomodoro, qualche altro piatto, oltre ad acqua e vino. Al “nostro” tavolo (nemmeno ce ne eravamo accorti!) solo un po’ d’acqua e qualche ciotola di riso.

Qual è il senso di tutto ciò? Farci riflettere su cosa vuol dire avere o non avere il cibo a disposizione, in base al Paese in cui si vive e farcelo, per qualche minuto, “sperimentare”. Già, perché qui in Italia, e più in generale in Occidente, siamo nell’era dell’abbondanza e in linea di massima possiamo permetterci tanto cibo e di buona o addirittura ottima qualità (il nostro sito nasce di fatto per questo). Spesso però abbiamo più cibo del necessario, con non pochi problemi di obesità, e molto di questo cibo lo sprechiamo, lo buttiamo.

Però non per tutti è così. In molti paesi il cibo è scarso, insufficiente e di scarsa qualità. Può essere estremamente complicato avere accesso al cibo e all’acqua e spesso non c’è possibilità di variare la propria alimentazione, con notevoli rischi per la salute.

Due facce della stessa medaglia che, una volta terminato il pasto, sono stati il centro di un dibattito acceso con gli altri giornalisti, ricercatori e operatori del settore agroalimentare che erano presenti all’evento. Si è parlato di tante cose, dalle doggy-bag, contenitori dove poter conservare il cibo avanzato nei ristoranti, alla questione della sbilanciata distribuzione di cibo e alle strategie su come far sì che i paesi in difficoltà riescano autonomamente a produrre cibo sano, accessibile e in quantità sufficiente.

È stato presentato anche un progetto chiamato My Foody, a nostro avviso molto interessante: disponibile attualmente come sito e a breve anche come app, permette al consumatore di mettersi in contatto con il commerciante, che può segnalare su MyFoody il cibo a rischio spreco, in modo da renderlo visibile a tutti i consumatori. Il risultato? Chi vende riduce notevolemente la quantità di cibo sprecata, mentre chi compra risparmia sulla spesa, trattandosi comunque di prodotti in offerta. Il sito al momento funziona principalmente nell’area di Milano, ma punta a estendere il proprio bacino di utenza in tutta Italia in breve tempo.  

In conclusione, dobbiamo ammettere che l’approccio iniziale è stato proprio forte e azzeccato! Non sono riusciti a farci andare di traverso il pranzo, ma è stata una bella occasione di confronto che ci ha fatto pensare. Tranquilli, non smetteremo di parlare di cibo, anzi. Ora siamo ancora più convinti che consigliare posti dove si mangia bene, nelle dosi giuste e a prezzi accessibili sia qualcosa di davvero utile.